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Gimbe, l'omeopatia non è integrativa ne' tanto meno sostitutiva

Gimbe, l'omeopatia non è integrativa ne' tanto meno sostitutiva

In arrivo stretta regolatoria, farmaci omeopatici non sono approvati da nessuna autorità, i medici che li prescrivono illudono i loro pazienti

ROMA, 29 maggio 2017, 13:15

Redazione ANSA

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Il primario dell 'ospedale dove è morto il piccolo Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il primario dell 'ospedale dove è morto il piccolo Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il primario dell 'ospedale dove è morto il piccolo Francesco - RIPRODUZIONE RISERVATA

Conto alla rovescia per la stretta regolatoria imposta dalla direttiva europea secondo la quale le aziende produttrici che entro il 30 giugno 2017 non avranno presentato all'AIFA la documentazione necessaria per ottenere l'Autorizzazione all'Immissione in Commercio dei loro prodotti dovranno ritirarli dal mercato entro la fine di giugno del 2018.
 Rispetto ai farmaci si tratta di una procedura semplificata che non richiede alcuna dimostrazione di efficacia, ma solo della loro sicurezza. A ricordarlo e' la Fondazione GIMBE, dopo il caso del bambino di 7 anni morto perche' curato di otite solo con i farmaci omeopatici. ''I cittadini - spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE - devono sapere inoltre che i prodotti omeopatici presenti sul mercato non sono stati approvati da nessuna autorità regolatoria: finora era infatti sufficiente una semplice notifica al Ministero della Salute''. ''Questi - aggiunge non sono efficaci per curare nessuna malattia e, come tali, non sono integrativi né tanto meno alternativi ai trattamenti di provata efficacia. I medici che li prescrivono illudono i loro pazienti, grazie al complice silenzio-assenso di ordini professionali e istituzioni''. ''È infine paradossale rilevare che i prodotti omeopatici, - conclude il Presidente - sebbene interamente a carico del cittadino, godono dei medesimi benefici di detraibilità fiscale alle altre spese sanitarie: ciò significa che un mercato dei prodotti omeopatici di € 255 milioni nel 2016 secondo i dati di Federfarma, genera potenziali detrazioni per oltre € 40 milioni, di fatto pagati della comunità, che vanno a sommarsi alle detrazioni per le visite dei medici omeopati''. 

   

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