Sono in aumento nel 2017 in Italia i
morti per amianto, 6.000 in totale: 3.600 per tumore polmonare,
1.800 per mesotelioma e 600 per asbestosi. Ancora 40 milioni le
tonnellate di amianto da bonificare e circa 1 milione i siti
contaminati, sia edifici privati che pubblici, tra cui 2.400
scuole, 250 ospedali e 1.000 tra biblioteche ed edifici
culturali. Sono i dati contenuti nel 'Libro Bianco delle morti
di amianto in Italia', dell'Osservatorio Nazionale Amianto (Ona)
presentato oggi a Roma nella sede dell'Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Secondo il rapporto, "il trend è in
aumento dalla fine degli Anni '80 e continuerà nei prossimi anni
con un picco previsto nel 2025-2030". Nel 2000, ad esempio, i
decessi per mesotelioma erano 1.124, e quelli per tumore
polmonare 2.200. "Si tratta di una strage silenziosa, che nei
prossimi 10 anni potrebbe portare a più di 60.000 morti", ha
spiegato all'ANSA Ezio Bonanni, presidente dell'Ona e autore del
rapporto. "La causa del trend in crescita - ha aggiunto - è la
maggiore esposizione e i lunghi tempi di latenza, che variano
dai 33 ai 38 anni".
Se in Italia i morti per amianto sono stati 6.000 nel 2017,
secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) il numero
di decessi nel mondo, con riferimento solo a quelli di origine
professionale, è stato di 104.000. Come far fronte a queste
cifre? "L'unica cosa davvero risolutiva è evitare nuove
esposizioni all'amianto, ma purtroppo siamo ancora molto
indietro con le bonifiche", ha spiegato all'ANSA Ezio Bonanni.
"Occorre, invece, partire con la bonifica totale delle 40
milioni di tonnellate di amianto ancora sul nostro territorio,
come nei 50.000 siti industriali dove questo pericoloso
materiale è più concentrato".
L'Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) lancia alcune proposte
per facilitare le operazioni di bonifica. "La nostra idea - ha
detto Bonanni - è togliere l'iva sugli smaltimenti e introdurre
un credito d'imposta per le bonifiche, sia per le imprese che
per i privati". Per Bonanni, "costerebbe meno, infatti,
bonificare il territorio che curare i malati".
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