Il 3 settembre scade il mandato del Direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Mario Melazzini e, dopo le dimissioni del presidente Stefano Vella per la vicenda della nave Diciotti, l'organismo tecnico-scientifico del Ministero della Salute rischia di restare senza vertici se non interverrà subito la nuova nomina. Le associazioni dei pazienti hanno espresso preoccupazione per l'eventualità che i vertici non vengano sostituiti immediatamente, poichè l'autorizzazione e l'immissione in commercio di un farmaco dipende esclusivamente dalla firma del Dg. E nel caso di terapie salvavita urgenti da ricevere per esempio dall'estero, tutto si blocca senza le autorizzazioni e la firma del Dg e del presidente. Il timore è che si possano creare ritardi nella disponibilità di farmaci necessari e insostituibili come quelli oncologici. "Sarebbe molto grave se i vertici di Aifa non venissero nominati subito, sarebbe un danno per i pazienti affetti da qualsiasi patologia e bisognosi di essere curati", ha spiegato Massimo Oldrini, presidente della Lega italiana per la lotta contro l'Aids, auspicando la riconferma di Melazzini.
Gli fa eco il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva Tonino Aceti: "Confidiamo nel ministro Grillo affinchè la delicata fase che Aifa sta attraversando non intacchi il fondamentale diritto all'accesso tempestivo alle terapie per i pazienti".
In luglio il ministro della Salute Giulia Grillo ha lanciato l'invito a partecipare a una manifestazione di interesse a ricoprire l'incarico di direttore generale dell'Aifa. Al momento stando a quanto si è appreso i curriculum arrivati al dicastero di Lungotevere Ripa sono 93.
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