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Vaccini: Salvini, non voglio bambini di serie B

Vaccini: Salvini, non voglio bambini di serie B

Bartolazzi, "io non parlo di ponti, lui non lo faccia con i vaccini"

08 marzo 2019, 14:07

Redazione ANSA

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Vaccini: Salvini, non voglio bambini di serie B - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vaccini: Salvini, non voglio bambini di serie B - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vaccini: Salvini, non voglio bambini di serie B - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non voglio bambini di serie B". Lo ha detto a Potenza il leader della Lega, Matteo Salvini, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla questione vaccini. "Ci si può organizzare - ha aggiunto - ma non voglio bambini fuori dalla porta o all'ultimo banco". Così il vice ministro all'Interno torna sul tema dei vaccini, dopo la richiesta al ministro della Salute, Giulia Grillo, di predisporre un decreto legge per consentire ai bambini non vaccinati di rimanere a scuola.

La replica di Bartolazzi. "Io non parlo di ponti, Salvini non parli di vaccini". Così il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi in merito alla richiesta del vicepremier. Quanto ai no-vax, secondo Bartolazzi "sono un po' come i testimoni di Geova, che non fanno le trasfusioni di sangue per credo. Ci sono no-vax che non si vaccineranno mai, ma bisogna contarli e vedere se epidemiologicamente pesano o meno". I dati scientifici, ha detto Bartolazzi (M5S), "sono quelli che contano. La necessità di avere delle coperture vaccinali la decidono i dati epidemiologici, proprio perché in ambito sanitario contano i
dati scientifici". In precedenza aveva già preso le distanze dalla richiesta di Salvini: "il ministro della salute non è propenso a fare estensioni inutili dell'autocertificazione per le vaccinazioni scolastiche. Dunque il 10 marzo resta la legge in vigore e le famiglie dovranno presentare entro quella data le certificazioni di avvenuta vaccinazione dei figli per la frequenza di nidi e materne".

Il Consiglio Superiore di Sanità si schiera. "Tutelare i pazienti immunodepressi permettendo loro di poter frequentare comunità scolastiche dove compagni, più fortunati perché sani, sono scevri, attraverso le vaccinazioni, dal rischio di trasmettere infezioni ad alta patogenicità - quali il morbillo - è scelta largamente improntata alla difesa dei più deboli e in linea con la grande tradizione civile e sanitaria che caratterizza il nostro Paese". Lo afferma all'ANSA il neo presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, sulla questione vaccini, in risposta al vice premier Matteo Salvini. "Storicamente - afferma Locatelli nella sua prima dichiarazione pubblica dopo la nomina a presidente del Css, organo consultivo del ministero della Salute - le vaccinazioni hanno contribuito a debellare  definitivamente malattie altrimenti fatali, come vaiolo e difterite, o fortemente invalidanti, su tutti valga l'esempio della poliomielite.

I timori di Farmindustria. "Penso che vadano tutelati sempre i più deboli, in questo caso i bambini immunodepressi che non possono essere vaccinati. Credo che la politica debba riflettere su ciò: è vero che dobbiamo tutelare tutti, ma va tutelato innanzitutto chi rischia di più e bisogna mettersi una mano
sulla coscienza". Lo ha affermato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, in merito alla richiesta del vicepremier Salvini di un decreto per consentire la frequenza dei bambini non vaccinati a nidi e materne dopo il 10 marzo, data di scadenza per la presentazione delle certificazioni di avvenuta vaccinazione da parte delle famiglie. "Tutti - ha detto Scaccabarozzi a margine dell'evento 'Lavoro e salute nell'impresa del farmaco' promosso da Farmindustria -  devono impegnarsi a tutelare i più deboli. Poi, il dovere dell'industria è mettere a disposizione i vaccini e il dovere della politica fare adeguate politiche vaccinali".

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