L'"agricoltura in Italia conta i caduti come in un campo di battaglia: oltre 1500 migranti in sei anni se contiamo solo le vittime 'morte di lavoro'". È per loro che questa settimana sul British Medical Journal (BMJ) si leva l'appello dei medici della ONG 'Medici con l'Africa CUAMM', ed altri specialisti, che chiedono di porre fine a questo sfruttamento di esseri umani. I migranti braccianti che lavorano nei campi, affermano i medici, "sono tra gli schiavi del XXI secolo, quelli che guadagnano una miseria (12 euro per otto ore di lavoro nei campi) e affollano baraccopoli senza acqua e servizi igienici (le stime parlano di circa 100 mila migranti di diverse nazionalità in 50-70 baraccopoli sparse per il paese lontane dai centri urbani), senza diritti, né accesso alla benché minima forma di assistenza sanitaria".
Firmato tra gli altri da Claudia Marotta, (dipartimento di scienze per la promozione della salute e la cura di madre e bambino a Palermo), Francesco Di Gennaro, (Università di Bari "Aldo Moro"), Paolo Parente, (Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma), l'appello riporta le cifre di un dramma che si consuma nel nostro Paese nonostante la legge sull'Agromafia approvata per contrastare il fenomeno. Sono oltre 1.500, affermano i medici su BMJ, i braccianti agricoli morti negli ultimi sei anni a causa del loro lavoro, a cui si aggiungono altre vittime, quelle uccise dal 'Caporalato' in sparatorie e altri incidenti. La ONG in partnership con diverse istituzioni locali fornisce aiuti sanitari dal 2015 con postazioni mobili per un a totale di 4800 consulti medici (43 al giorno in media) e 2880 pazienti visitati.
Le loro problematiche di salute dipendono principalmente dalle pessime condizioni di lavoro e dalle scarse condizioni igieniche e di vita cui sono costretti. "I nostri dati - scrivono sul BMJ - mostrano che le ragioni principali delle visite sono fatica e condizioni muscolo-scheletriche (46%); problemi dentali (19%); respiratori (10%); dermatologici (8%); ostetrici/ginecologici (4%); traumi (4%); problemi cardiovascolari (4%); oftalmici (2%); metabolici (2%); psichiatrici (1%). Quasi l'80% dei pazienti ha avuto bisogno di farmaci". "Mancano chiari e definiti percorsi di assistenza per rendere gli interventi sanitari rapidi ed efficienti - scrivono ancora i medici - ed è difficile immaginare miglioramenti, data l'attuale situazione politica in Italia e il Decreto Sicurezza, che vede l'immigrazione solo come un problema di sicurezza nazionale".
"Bisogna - è i loro appello - porre fine allo sfruttamento dei braccianti agricoli che consentono di far arrivare pomodori italiani a basso costo in tutto il mondo. Ma quanto costano realmente questi pomodori - si chiedono i medici - qual è il costo umano di questi prodotti"? Serve un'azione coordinata e intersettoriale, affermano: "Salute, migrazione, economia, sviluppo sostenibile e giustizia sono tutti aspetti del nostro mondo tra loro interconnessi. Tutti dobbiamo batterci contro lo sfruttamento, la discriminazione, il razzismo e l'egoismo, in qualsiasi forma si presenti", concludono.
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