I servizi sanitari regionali sono
stati capaci di trarre esperienza dalla prima ondata epidemica,
riuscendo, nella seconda parte del 2020, ad organizzare una
risposta più efficace alle esigenze di cura dei cittadini,
nonostante l'ondata pandemica sia stata più diffusa sul
territorio. Lo indica l'indagine 'La Resilienza dei servizi
sanitari regionali e delle prestazioni non erogate a causa
dell'emergenza Covid-19 - Focus sulle prestazioni ospedaliere
erogate nel 2020', presentata oggi dall'Agenzia nazionale per i
servizi sanitari regionali (Agenas) e il Laboratorio Management
e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
L'indagine ha messo a confronto le prestazioni ospedaliere
erogate nel corso del 2019 con quelle di tutto il 2020,
completando così l'analisi del primo semestre 2020, presentata
lo scorso aprile. I dati pubblicati mostrano che a livello
annuale, nel 2020 rispetto al 2019, si è avuto un calo di
ricoveri ospedalieri del 21% (-1,7 milioni) a livello nazionale.
Analizzando i dati per trimestre, sempre a livello nazionale, si
puó vedere che tra marzo e giugno 2020 la riduzione è stata del
36,5%, dell'8,9% tra luglio e settembre, e del 23,4% tra ottobre
e dicembre. A livello regionale, nella seconda ondata pandemica,
il maggior calo di prestazioni rispetto al 2019 si è avuto in
Calabria (-49,9%), Puglia (-43,2%), Campania (-29%), Basilicata
(-26,3%) e Lombardia (-26%). Tra marzo e giugno 2020 invece era
stato maggiore in Molise (-45,2%), Basilicata (-44,6%), Val
d'Aosta (-42,08%), Campania e Calabria (-41%) e Lombardia
(-40,1%).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA