Dopo mesi di preoccupazione, il
numero di casi di influenza aviaria negli animali è cominciato a
calare. Lo rileva l'ultimo rapporto della World Organisation for
Animal Health, secondo cui nelle tre settimane comprese tra il
10 e il 30 marzo nel mondo si sono stati verificati 26 nuovi
focolai di influenza aviaria nel pollame e 148 in altri uccelli.
I nuovi focolai erano stati rispettivamente 44 e 160 nelle tre
settimane precedenti. Si è ridotto, invece, di quasi due terzi
il numero di animali morti o abbattuti, passati da 2,2 milioni a
610mila.
La gran parte dei focolai nel pollame (14) si sono verificati
in Europa; 7 nelle Americhe, 4 in Asia e 1 in Africa. Il numero
di decessi più alto è stato invece registrato in Asia con
469.495 animali morti o abbattuti. Stessa tendenza è stata
osservata tra gli altri volatili: 115 nuovi focolai si sono
verificati in Europa, 32 nelle Americhe, 1 in Asia. Il virus
maggiormente circolante è ancora quello di tipo H5N1.
"Sulla base dell'andamento stagionale dei virus
dell'influenza aviaria ad alta patogenicità, si prevede che il
numero di focolai negli animali abbia superato il picco e
diminuisca", si legge nel documento che ricorda come nonostante
il "leggero calo rispetto al precedente rapporto", "l'attuale
stagione epidemica continua".
Tra i timori maggiori, i casi di infezione nei mammiferi. "I
rapporti sui virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità
nei mammiferi (in Belgio e Regno Unito) sottolineano
ulteriormente l'aumento del potenziale rischio che i virus
dell'influenza aviaria si adattino meglio nei mammiferi e si
trasmettano all'uomo e in altri animali", scrive ancora
l'agenzia che invita a segnalare focolai di influenza aviaria in
ospiti insoliti.
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