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Nanorobot capaci di uccidere le cellule tumorali

Nanorobot capaci di uccidere le cellule tumorali

Si attivano solo quando sono vicini alle cellule malate

02 luglio 2024, 10:22

di Leonardo De Cosmo

ANSACheck
Nanorobot aggrediscono una cellula tumorale, attivati dal asso livello di acidità (fonte: Boxuan Shen) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nanorobot aggrediscono una cellula tumorale, attivati dal asso livello di acidità (fonte: Boxuan Shen) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nanorobot capaci di uccidere in modo selettivo le cellule tumorali sono stati realizzati e sperimentati con successo nei topi. Il loro segreto è in un interruttore killer che si attiva solo in prossimità delle cellule malate. A descriverli sulla rivista Nature Nanotechnology è il gruppo di ricerca dell’Istituto Karolinska di Stoccolma guidato da Björn Högberg.

Uccidere una cellula tumorale lo si può fare in vari modi, la vera sfida è riuscire a farlo in modo preciso, ossia senza colpire le cellule sane. Un nuovo metodo sviluppato dai ricercatori svedesi sfrutta la potenza di una macchina molecolare, una sorta di nanorobot, che quando raggiunge la superficie di una cellula riesce a distruggerla in pochi passaggi ma “se la somministrassi come farmaco – ha detto Högberg – inizierebbe a uccidere indiscriminatamente le cellule del corpo, il che non sarebbe positivo. Allora per aggirare il problema abbiamo nascosto l’arma all’interno di una nanostruttura costruita a partire da Dna”.

Si tratta di una sorta di origami realizzato usando la stessa molecola che costituisce il nostro genoma ed è in grado di aprirsi sono in determinate circostanze, ossia quando si trova vicino alle cellule tumorali. La chiave per far aprire l’involucro di Dna e far attivare la macchina killer è il basso livello di pH, ossia il basso livello di acidità che caratterizza l'ambiente in cui sono immerse le cellule tumorali.

 

A sinistra i nanorobot vicino a una cellula sana, a destra sono attivati dall'ambiente con il livello di acidità tipico di una cellula tumorale (fonte: Boxuan Shen)

 

Per verificarne il funzionamento del nanorobot i ricercatori hanno eseguito test su topi affetti da cancro al seno in cui hanno verificato la riduzione del 70% della crescita delle cellule tumorali. "Ora dobbiamo indagare se il metodo funziona in modelli di cancro più avanzati che assomigliano più da vicino alla vera malattia umana”, ha aggiunto Yang Wang, uno dei ricercatori del gruppo.

“Prima che possa essere testato sugli esseri umani – ha concluso – dobbiamo anche comprenderne eventuali altri effetti collaterali”. Tra i prossimi passi, dichiarano gli autori, ci sarà l’obietto di rendere il nanorobot capace di riconoscere anche altre tipologie di cellule tumorali, usando come obiettivo alcune proteine specifiche delle cellule malate.

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