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Dalla salute all'ambiente, arriva la rivoluzione degli olobionti

Dalla salute all'ambiente, arriva la rivoluzione degli olobionti

Organismi viventi studiati insieme al microbioma

15 novembre 2024, 12:45

di Elisa Buson

ANSACheck
Rappresentazione artistica di un essere umano con il suo microbioma (fonte: Darryl Leja, NHGRI da Flickr PDM 1.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica di un essere umano con il suo microbioma (fonte: Darryl Leja, NHGRI da Flickr PDM 1.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Piante, animali ed esseri umani non devono più essere studiati come entità isolate, bensì come sistemi complessi frutto dell'interazione tra le cellule dell'organismo ospite e le cellule dei microrganismi che vivono in simbiosi al suo interno: è questo il cambio di paradigma proposto dalla nuova biologia degli olobionti, che promette di rivoluzionare l'approccio alle malattie così come lo studio degli ecosistemi. Lo si evince dallo studio pubblicato sulla rivista Science dall'Holobiont Biology Network, un consorzio internazionale che comprende docenti di prestigiose università come la Penn State University, l'Università di Copenhagen e anche l'Università di Padova. 

"La biologia degli olobionti ci permette di capire meglio l'interdipendenza tra l'ospite e il suo microbioma": è un nuovo paradigma che "offre una visione innovativa su come la salute e la resilienza degli ecosistemi dipendano da complesse interazioni biologiche", afferma Maria Elena Martino, co-autrice dello studio e docente del Dipartimento di biomedicina comparata e alimentazione dell'ateneo patavino.

Nell'ambito della salute umana, per esempio, si è visto che studiare il genoma umano insieme al microbioma intestinale permette di predire più efficacemente diversi tratti come il rischio di cancro al colon, l'insorgenza di malattie metaboliche o caratteristiche fisiche come il girovita.
Ma questa nuova ottica scientifica apre nuove strade anche "per la conservazione della biodiversità, la salute ambientale e la sostenibilità agroecologica", aggiunge Martino. "Ad esempio, sul fronte della biodiversità, si stanno sviluppando strategie globali per le barriere coralline che prevedono la diffusione di batteri probiotici capaci di proteggere i coralli e gli ecosistemi dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, contribuendo a invertire il fenomeno dello sbiancamento e la perdita di biodiversità. Questo approccio, che sfrutta il potenziale benefico dei microbiomi, si può applicare quindi a diversi contesti, dalla medicina umana e animale fino all'agricoltura".

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