Il dipinto Le tre età di Gustav Klimt è un capolavoro prezioso in tutti i sensi. Per la sua opera il maestro austriaco ha utilizzato oro, platino e argento sia negli sfondi sia per ornare le figure femminili. Lo ha scoperto la ricerca condotta dal Consiglio nazionale delle Ricerche e dal Centro di Eccellenza Smaart dell' Università di Perugia e nata da un accordo tra la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma e la Galleria Nazionale dell'Umbria.
Le indagini erano state avviate per chiarire alcune questioni emerse durante lo studio dei documenti e della letteratura artistica sulla tela dell'artista, e in particolare, per verificare le modalità e l'estensione dell'uso di materiali preziosi. Quest'ultimo dimostra come il quadro possa davvero considerarsi un gioiello nel quale Klimt ha cercato di ottenere quella brillantezza che ancora oggi rende l'opera uno dei suoi capolavori più apprezzati'.
I risultati preliminari hanno confermato la presenza diffusa di lamine e polveri metalliche dai toni iridescenti con cui l'artista ha creato effetti cangianti della superficie. ''Le mappe elementari Xrf evidenziano l'impiego di oro (Au), platino (Pt) e argento (Ag). Inoltre, la cromia dei capelli della giovane donna vede l'impiego combinato di ossido di ferro, tipicamente presente nei pigmenti a base di ocre, e l'oro per ottenere tonalità più calde del colore''. i due musei nazionali hanno chiamato a collaborare un team di ricercatori degli Istituti di Scienze e Tecnologie Chimiche 'G.Natta' e di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr e del Centro di Eccellenza SMAArt (Scientific Methodologies applied to Archaeology and Art) dell' Università di Perugia con il coordinamento dell' Ufficio Diagnostica e Restauro della Galleria Nazionale dell'Umbria.
Il lavoro si è svolto con tecniche di imaging iperspettrale nel visibile e vicino infrarosso e di fluorescenza a raggi X a scansione (MA-XRF) mirate alla identificazione e alla mappatura dei pigmenti e metalli sulla tela, in particolare sulle campiture dorate ed argentate.
L'accordo di collaborazione siglato tra le due istituzioni dimostra quanto sia importante lavorare in team intrecciando i percorsi della ricerca scientifica, storica e artistica per ottenere risultati importanti, ha osservato Cristina Mazzantini, direttrice della Gnam, sottolineando che ''il prestito di 'Le Tre età' alla Gnu ha scritto un altro affascinante capitolo della sua storia''. Per Costantino D'Orazio, direttore del museo di Perugia, la scoperta ''conferma la necessità di promuovere attività di ricerca sul patrimonio custodito nei nostri musei e indica un metodo virtuoso di collaborazione tra le istituzioni, chiamate a condividere con il pubblico i risultati delle indagini''.
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