/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Twitter vieta tutti gli spot politici

Twitter vieta tutti gli spot politici

Lo ha annunciato l'amministratore delegato Jack Dorsey. Titolo in calo a Wall Street

NEW YORK, 31 ottobre 2019, 16:46

Redazione ANSA

ANSACheck

Twitter vieta tutti gli spot politici © ANSA/AP

Twitter vieta tutti gli spot politici © ANSA/AP
Twitter vieta tutti gli spot politici © ANSA/AP

Svolta in casa Twitter: stop ovunque nel mondo a tutti gli spot politici sulla propria piattaforma. Ad annunciare la decisione il numero uno del social media Jack Dorsey, che ad un anno dalle elezioni presidenziali americane del 3 novembre 2020 prende una posizione netta e decisamente diversa da Facebook, con Mark Zuckerberg fautore di un approccio più morbido, a costo di attirarsi le critiche più feroci.

"Abbiamo preso la decisione di bloccare tutte le inserzioni pubblicitarie perchè la pubblicità su internet è molto potente ed efficace, ma comporta significativi rischi politici laddove può essere usata per influenzare voti", ha affermato Dorsey, spiegando come questo non abbia "nulla a che fare con la libertà di espressione": "Ha a che fare con il pagare" per raggiungere un pubblico più ampio possibile, e questo - ha aggiunto - ha significative ramificazioni che l'architettura democratica di oggi potrebbe non essere in grado di gestire".

Del resto quanto accaduto con le presidenziali Usa del 2016, ma anche nel corso delle campagne elettorali in tanti Paesi europei e del mondo occidentale, hanno da tempo posto il problema del ruolo dei social network nei processi elettorali in primissimo piano, con Facebook e Twitter finiti spesso sul banco degli imputati. Ora Dorsey, alle prese con un difficile rilancio di Twitter, vuole voltare definitivamente pagina, a differenza di Zuckerberg che ancora pochi giorni fa è stato duramente contestato in Congresso.

Dopo Usa 2016 l'amministratore delegato di Twitter aveva già varato una stretta, iniziando a chiedere agli inserzionisti di verificare la loro identità e pubblicando una banca dati degli spot politici ed elettorali presenti sulla propria piattaforma. E di recente vietando le pubblicità sponsorizzate da organismi sostenuti da governi, una risposta in particolare alle fake news circolate sulle proteste ad Hong Kong e favorite da media sostenuti da Pechino.

E' inevitabile che adesso la decisione di Twitter metterà ancora più pressione su tutti gli altri social media. Anche se Zuckerberg ha continuato a difendere la sua linea: Facebook è nata per dare voce a tutti e si schiera dalla parte della libera espressione. Dunque la soluzione non è vietare ma regolare e vigilare. E nel quartier generale di Menlo Park opera oramai in pianta stabile una sorta di 'war room' dove una task force di esperti prova a controllare tutti i contenuti che passano sulla piattaforma di Facebook, soprattutto a ridosso di importanti elezioni.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza