Michael Chobanian, fondatore della piattaforma di criptovalute Kuna, con sede in Ucraina, ha accusato la concorrente Binance di collaborare con Mosca. Quest'ultima ha negato qualsiasi coinvolgimento con Putin, rilanciando un sito web di raccolta fondi per la resistenza. "Il problema non è solo che Binance continua a lavorare da entrambe le parti, ma anche che ha mostrato cooperazione con il governo russo prima della guerra e, per quanto ne so, continua a farlo" sono le parole rilasciate da Chobanian durante un'intervista al portale specializzato CoinDesk TV. Il fondatore ha inoltre gettato dubbi su una donazione pro Ucraina di 10 milioni di dollari promessa da Binance nei giorni scorsi, mai arrivata sui portafogli digitali di Kiev.
All'inizio della guerra, il vice primo ministro ucraino, Mykhailo Fedorov, aveva postato su Twitter gli indirizzi ufficiali del governo a cui inviare il supporto in bitcoin ed ethereum, due delle monete digitali più usate. Chobanian non ha offerto alcuna prova che Binance stia lavorando attivamente con la Russia, ma si è limitato a ricordare quanto affermato nel 2019 dall'amministratore delegato Changpeng Zhao, che aveva definito il Paese un mercato chiave per Binance. In una recente intervista con Bloomberg, Zhao ha sottolineato che le sanzioni finanziarie non sono un "problema specifico delle criptovalute" e che bloccare tutti i gli account russi dai servizi di criptomonete non sarebbe stato "etico". Jessica Jung, portavoce di Binance, ha definito la denuncia falsa e fuorviante, annunciando il sito Ukraine Emergency Relief Fund, che permetterà presto di inviare aiuti economici alla causa di Kiev.
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