Check Point Research, divisione dell'agenzia di sicurezza informatica Check Point Software Technologies, ha emesso una nota in cui sottolinea l'incremento delle truffe online che hanno come oggetto la richiesta di donazioni per l'Ucraina. Un trend che è diretta conseguenza dell'ascesa, già dallo scoppio della guerra, nell'utilizzo delle criptovalute a sostegno della resistenza di Kiev e dei rifugiati. Proprio i ricercatori sottolineano infatti che le campagne di truffe in rete si fondano tutte sulla richiesta di supporto economico da inviare tramite bitcoin e simili, così da rendere molto difficile il tracciamento delle somme e i destinatari che ne dovrebbero beneficiare. Nel report, CPR fa alcuni esempi di messaggi a fini fraudolenti scovati sul web, come quello di una donna chiamata "Marina", che richiede donazioni tramite una foto personale. CPR ha indagato e ha scoperto che l'immagine è stata presa da un giornale tedesco.
Ciò che rende difficile riconoscere un vero annuncio da uno falso è che spesso i criminali mischiano siti illegittimi con quelli reali, come nel caso di "Defend Ukraine", il cui dominio è stato registrato il 16 febbraio, una settimana prima che scoppiasse il conflitto. Oded Vanunu, Head of Product Vulnerabilities Research, in Check Point Software ha dichiarato: "CPR ha sempre tenuto sott'occhio il darkweb. Mentre l'anno scorso trovavamo annunci che pubblicizzavano servizi ingannevoli per il Coronavirus, oggi vediamo apparire richieste fasulle di donazioni, via via che il conflitto tra Russia e Ucraina si intensifica. Questi annunci utilizzano finti nomi e storie personali inventate per convincere le persone a donare". Il consiglio degli esperti è quello di fare affidamento a portali riconosciuti per l'invio di offerte, come quelli di enti pubblici e organizzazioni globali.
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