Bill Gates rompe le righe dei colossi della tecnologia e si mette al fianco dell'Fbi nella vicenda dello sblocco dell'iPhone del killer di San Bernardino, la strage del 2 dicembre scorso in cui morirono 14 persone. In una intervista al Financial Times il cofondatore di Microsoft dice di non essere d'accordo con Tim Cook sul fatto che sbloccare un iPhone vuol dire mettere a rischio la sicurezza di tutti.
"Questo e' un caso specifico, non generale, in cui il governo chiede informazioni", dice Gates che paragona la richiesta dell'Fbi a quella fatta su un particolare conto corrente bancario. Gates, pero', si augura che in futuro ci siano regole precise per questi casi. Twitter, Google e Facebook si sono messe invece dalla parte di Apple.
Supporto a Cupertino è arrivato da Mark Zuckerberg in persona. "Siamo dalla parte di Apple, crediamo nella crittografia e non crediamo che inserire una backdoor sia sinonimo di sicurezza", ha detto il fondatore di Facebook dal palco del Mobile World Congress di Barcellona. "Allo stesso tempo - ha aggiunto - sentiamo di avere una grande responsabilità nel prevenire il terrorismo, infatti abbiamo delle policy rigide in materia. I terroristi vengono tagliati fuori dalla piattaforma e se abbiamo la possibilità di lavorare col governo è una ipotesi che prendiamo sul serio".
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