Una ventina di applicazioni popolari per dispositivi Android - tra cui le app di viaggio Skyscanner, Tripadvisor, Kayak, la piattaforma di musica in streaming Spotify e la app di riconoscimento delle canzoni Shazam - condividono alcuni dati personali con Facebook senza il consenso degli utenti, e anche se gli utenti non sono iscritti al social network. E' quanto sostiene un rapporto stilato dalla organizzazione non profit britannica Privacy International, che ha preso in esame 34 applicazioni.
Le informazioni, pur non portando a un'identificazione immediata dell'utente, consentono di profilarlo. La app per pregare Qibla Connect, per esempio, rivela che l'utente è musulmano; Period Tracker Clue, per annotare il ciclo sul calendario, identifica una donna; la app Indeed fa sapere che la persona è in cerca di un lavoro. La app Kajak per trovare voli e hotel - si legge ancora nell'indagine - condividerebbe le destinazioni cercate, le date del viaggio e se si parte con o senza figli.
Accanto a queste perplessità, il report mette in evidenza che tali app violano il Gdpr, cioè il nuovo regolamento europeo sulla protezione della privacy entrato in vigore nel 2018. A seguito del Gdpr, Facebook ha distribuito un kit per sviluppatori che dà modo alle app di chiedere il consenso degli utenti sulle informazioni. Tuttavia diverse app usano ancora le versioni precedenti del kit, che non permettono di ottemperare al regolamento Ue.
Skyscanner in una nota fa sapere che ha provveduto a pubblicare "un aggiornamento dell'app Android in via prioritaria". "L’aggiornamento - spiega - ha bloccato la trasmissione di dati verso l’SDK (Software Development Kit) di Facebook. Come ulteriore step, controlleremo di nuovo tutto il nostro tracciamento del consenso e ci impegniamo a portare avanti tutte le modifiche necessarie per garantire che i diritti alla privacy dei viaggiatori siano pienamente rispettati".
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