L'intelligenza artificiale (AI) disegna una collezione di moda e arriva in passerella, grazie alla rielaborazione di una stilista cinese. Gli outfit nati nella mente di uno smartphone - il P30 Pro di Huawei - e traghettati nella realtà da Anna Yang, la direttrice creativa del brand Annakiki, sono stati i protagonisti di una sfilata milanese che stasera ha celebrato la prima linea di moda frutto della collaborazione tra la tecnologia e l'estro creativo umano.
Il progetto sperimentale si chiama "Fashion Flair" e ha visto Huawei lavorare insieme a un team di sviluppatori italiani, che hanno usato la doppia unità di calcolo neurale presente negli smartphone top di gamma del brand asiatico. L'AI è stata "allenata" mostrandole 30mila immagini rappresentative delle sfilate di moda più iconiche degli ultimi cento anni. Ne è nata un'applicazione in grado di disegnare abiti inediti in base alle preferenze dell'utente, che può scegliere colori, volumi, lunghezze e texture ottenendo lo spunto creativo per un capo.
Il risultato sono i 20 outfit della collezione Annakiki per Huawei visti in passerella e ora in vendita. "Perché non lasciarsi contaminare da ciò che può fare una macchina e incorporare la proposta dell'intelligenza artificiale all'interno del processo creativo che porta alla definizione di un look?", ha osservato Yang. "Questa capsule collection è solo un esempio di ciò che sarà possibile realizzare in futuro".
Per Huawei non è il primo esperimento creativo con protagonista gli smartphone. A febbraio l'AI del Mate 20 Pro ha completato la Sinfonia No. 8 in Si minore di Schubert, conosciuta come l'Incompiuta, insieme al compositore Lucas Cantor, e nel novembre scorso ha trasformato il canto d'amore delle megattere in una melodia comprensibile all'orecchio umano.
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