Il team di FaceApp, l'app che invecchia i volti e sta spopolando in questi giorni sui social, risponde ai dubbi sulla privacy. Conferma - come riporta il sito TechCrunch - che le foto vengono caricate sui server della propria infrastruttura 'cloud' per l'elaborazione e che vengono conservate per un periodo che non va oltre le 48 ore, in modo da evitare che gli utenti debbano trasmetterle nuovamente per eseguire altri editing e per analisi interne a fini statistici.
La società russa sottolinea inoltre di non rendere accessibili i file né le informazioni private a terze parti. Da utenti ed esperti sono stati sollevati in questi giorni preoccupazioni sul fatto che FaceApp carica le foto scelte degli utenti sul cloud e quindi l'elaborazione delle immagini non viene eseguita localmente sul proprio dispositivo. Nessun dato degli utenti, specifica poi la società, viene "trasferito in Russia", anche se il suo team di ricerca e sviluppo ha sede lì e che non "vende o condivide i dati degli utenti con terze parti" e che questi su richiesta possono essere cancellati.
Il team di FaceApp, infine, sottolinea che la stragrande maggioranza degli utenti non effettua il login e quindi l'app non è in grado di collegare le foto alle identità degli stessi.
Nelle scorse ore il leader dem al Senato Usa, Chuck Schumer, ha chiesto all'Fbi e alla commissione federale per il commercio (Ftc) di indagare su FaceApp definendo "profondamente preoccupante" che i dati personali di cittadini Usa possano finire nella mani di una "potenza straniera ostile". L'app è stata creata da Wireless Lab OOO, con sede a San Pietroburgo, e lanciata a gennaio 2017. Da allora circa 80 milioni di persone hanno già scaricato il software.
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