Una coalizione di 28 gruppi che difendono le libertà civili ha scritto una lettera al Parlamento europeo esortandolo a riconsiderare il suo progetto di passaporto vaccinale digitale. Le organizzazioni sono "allarmate per la mancanza di protezione dei dati personali" nell'attuale proposta e osservano non ci sia "nessuna salvaguardia contro la sorveglianza" e che il progetto "dovrebbe fare il massimo per accrescere la protezione dei dati" e non produrre discriminazioni.
La Commissione Ue il 17 marzo scorso ha presentato una proposta di green pass che è in fase di approvazione, ora tocca al Parlamento Ue esprimersi. Il documento, che dovrebbe consentire di ripristinare la libera circolazione non solo all'interno dell'Ue, riporterebbe informazioni su vaccini, test negativi o guarigioni dal Covid, grazie alle quali i cittadini saranno liberi di muoversi. In Italia il Garante Privacy ha lanciato un avvertimento sui dati personali.
"Va chiarito che solo una verifica offline tramite un'infrastruttura pubblica può garantire principi di privacy - scrivono le associazioni - Inoltre, si dovrebbe fare il possibile per ridurre il rischio sui dati una volta che gli Stati membri potrebbero estendere l'applicazione del certificato ad altri scopi, come l'ingresso a luoghi di lavoro e di culto, impianti sportivi e raduni simili. Va chiarito che qualsiasi ulteriore uso di questo sistema è vietato o deve essere previsto dalla legislazione nazionale". Le associazioni puntano infine il dito sulle discriminazioni che si aprono con l'adozione di un pass vaccinale, sia nel godimento dei diritti per chi non è vaccinato, sia per chi non ha uno status di residente nell'Ue, come i migranti privi di documenti, sia perchè non dispone di un dispositivo idoneo ad accogliere il documento digitale.
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