Il mondo è sull'orlo del collasso ecologico. Le fake news dilagano. E ci stiamo buttando a capofitto nell'era dell'intelligenza artificiale, una nuova rete che ha luci ed ombre. Negli ultimi centomila anni noi Sapiens abbiamo accumulato un potere enorme, ma perché sembriamo così autodistruttivi? È questo l'interrogativo che si pone e su cui ragiona il saggio 'Nexus' di Yuval Noah Harari, storico e filosofo, già autore di 'Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell'umanità' e '21 lezioni per il XXI secolo'.
In 11 capitoli Nexus analizza come il flusso di informazioni abbia plasmato noi e il nostro mondo. Partendo dall'età della pietra, passando per la Bibbia, la caccia alle streghe, lo stalinismo, il nazismo e la rinascita del populismo di oggi, Yuval Noah Harari considera il complesso rapporto tra informazione e verità, burocrazia e mitologia, saggezza e potere. Esplora il modo in cui diverse società e sistemi politici hanno utilizzato le informazioni per raggiungere i loro obiettivi, nel bene e nel male. E considera le scelte urgenti che dobbiamo affrontare con l'intelligenza artificiale nel difficile bilanciamento tra innovazione e rischi. Un tema di grande attualità che ha caratterizzato anche l'assegnazione dei recenti Nobel per la Fisica con Geoffrey Hinton, uno degli scienziati premiati, che ha lanciato un monito su questa tecnologia.
"Come nel XX secolo la cortina di ferro divideva le potenze rivali nella guerra fredda, così nel XXI secolo la cortina di silicio potrebbe arrivare a dividere le potenze rivali in un nuovo conflitto globale - scrive Harari nel saggio -. Poiché la corsa agli armamenti dell'intelligenza artificiale produrrà armi sempre più distruttive, anche una piccola scintilla potrebbe innescare un'esplosione catastrofica". "Tutte le precedenti invenzioni umane hanno dato potere all'uomo - aggiunge lo scrittore -. Al contrario l'IA può elaborare le informazioni da sola e quindi sostituire l'uomo nel processo decisionale. L'IA non è uno strumento, è un agente".
Harari nel saggio parla di "network inorganico" - la nuova rete di informazione che stiamo creando oggi - ed evoca due storie. Il mito greco di Fetonte, figlio del dio del Sole, che perde il controllo del carro infuocato e precipita come una stella cadente. E l'apprendista stregone dello scrittore Johann Wolfgang von Goethe, creato quando la Rivoluzione industriale muoveva i primi passi e le macchine iniziavano a sostituire gli uomini in numerosi mansioni, una storia resa poi celebre dal film di animazione di Disney. La morale è "mai evocare poteri che non si possono controllare".
"Il mio obiettivo con questo libro è fornire una prospettiva storica più accurata della rivoluzione dell'IA - spiega Harari - Questa rivoluzione è ancora agli albori e si sa che è molto difficile cogliere lo sviluppo di informazioni in tempo reale. Le decisioni che prenderemo nei prossimi anni ci faranno capire se aver evocato questa intelligenza aliena si rivelerà un errore esistenziale o l'inizio di un nuovo capitolo di speranza nell'evoluzione della vita".
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