ROMA - Un prelievo tra il 2 e il 6%, probabilmente più vicino alla parte bassa della forchetta: per la Web Tax in versione europea è iniziato il conto alla rovescia. La Commissione Ue presenterà la propria proposta tra 15 giorni, il 21 marzo. E contemporaneamente cinque ministri europei - tra cui Pier Carlo Padoan - e due commissari europei hanno avviato un pressing perché il tema sia affrontato in scala ancora più ampia dal G20 nella prossima riunione prevista a Buenos Aires i giorni immediatamente precedenti.
''E' necessaria, in modo urgente, una risposta globale alle sfide fiscali sollevate dall'economia digitale'', scrivono chiedendo un'azione coordinata al ministro dell'Economia dell'Argentina, Nicolas Dujovne, che organizza il meeting dei 20 Paesi industrializzati. Le istituzioni internazionali hanno già aumentato la trasparenza informativa tra Paesi e anche introdotto norme per limitare la ''fuga degli utili'' verso i Paesi che garantiscono prelievi fiscali ridotti. Ma, con la crescita esponenziale dell'economia digitale - basti pensare agli acquisti on line - c'è ora la necessità di porre un argine ad un settore che, superando i confini, rischia di vanificare un bel gruzzolo di entrate.
"Le specificità dell'economia digitale richiedono nuove regole globali per governare il nesso tra territorio e allocazione degli utili", scrivono insieme a Padoan il collega francese Bruno Le Maire, il tedesco Peter Altmaier, lo spagnolo Luis De Guindos e il britannico Philip Hammond ma anche i due eurocommissari, Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici.
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