"Si può stimare che quasi 43 milioni di persone maggiorenni (tra queste, almeno 3 milioni di novizi) siano rimaste in contatto con i loro amici e parenti grazie ai sistemi di videochiamata che utilizzano internet". Lo rivela il 54/mo rapporto del Censis, secondo il quale "il lockdown ha generato nuovi utenti e ha rafforzato l'uso della rete da parte dei soggetti già esperti". "Ma almeno un quarto della popolazione a un certo punto è andata in sofferenza - si legge nel dossier -. Anche un terzo dei più giovani, dopo un iniziale entusiasmo nell'uso dei sistemi di comunicazione digitale, si è stancato di fare e ricevere videochiamate". Durante il lockdown le reti sembrano comunque aver retto all'impatto della pandemia.
"L'87% dei cittadini - spiega ancora il Censis - ha dichiarato di avere utilizzato nell'emergenza la connessione internet fissa a casa e che è stata sufficiente. Meno del 10% ha lamentato una mancanza di banda adeguata". Inevitabilmente, però, "la generazione più anziana è quella che per un terzo (il 32,6%) si autoesclude completamente dal mondo digitale".
Secondo il rapporto Censis, inoltre, "nel 2019 la quota di italiani di 14-74 anni con un livello di competenze digitali di base o superiori era pari al 42%, un valore inferiore di 14 punti rispetto alla media europea (56%) e molto distante da Paesi Bassi (79%), Finlandia (76%) e Svezia (72%). Dopo l'Italia si collocano, in penultima e ultima posizione, Romania (31%) e Bulgaria (29%)". "Gli analfabeti digitali - infine - sono più presenti nelle classi di età più elevate (il 14% tra i 65-74enni e il 30% tra i 55-64enni), meno tra le nuove generazioni (il 65% dei 16-24enni possiede adeguate competenze digitali). Solo il 18% delle persone con un basso livello di istruzione è digitalmente competente".
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