Dieci stati americani, guidati dal Texas, fanno causa a Google per comportamento anticoncorrenziale, in quello che è un nuovo schiaffo a Mountain View dopo l'azione antitrust del Dipartimento di Giustizia, che ha puntato l'attenzione sulle sue pratiche di ricerca.
"Il Golia di internet ha usato il suo potere per manipolare il mercato, distruggere la concorrenza e danneggiare voi, i consumatori", twitta Ken Paxtron, il procuratore generale del Texas alla guida della coalizione di stati che hanno presentato l'azione legale contro Google. Nel mirino della causa c'è la pubblicità, dalla quale Google dipende. Solo nell'ultimo trimestre i ricavi dalla pubblicità digitale sono risultati pari a 37,1 miliardi di dollari. Mountain View non commenta ma in passato ha più volte respinto accuse analoghe, spiegando di operare in un contesto molto competitivo e di offrire servizi di cui beneficiano i consumatori e le aziende. Spiegazioni che però nel tempo non hanno convinto tutti.
"Google ha ripetutamente usato il suo potere di monopolio per controllare i prezzi" in violazione della legge, denuncia Paxton, mettendo in evidenza che Mountain View ha "eliminato la concorrenza e si è incoronata regina della pubblicità online". I nove stati che affiancano il Texas nell'azione legale sono l'Arkansas, l'Indiana, il Kentucky, il Missouri, il Mississippi, il South Dakota, il North Dakota, lo Utah e l'Idaho. I titoli Google reagiscono all'azione legale riportando un calo, che è comunque contenuto sotto lo 0,50%.
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