Nuovo passo in avanti, anche in Italia, sulla strada della remunerazione dei contenuti giornalistici da parte di Google agli editori. Sulla scia di quanto avvenuto in altri paesi, da ultimo in Francia e Australia, diversi gruppi italiani hanno raggiunto accordi individuali con l'azienda di Mountain View per l'utilizzo del programma News Showcase. Si tratta di una scheda, una sorta di vetrina, che appare nei motori di ricerca, Google News o Google Discover, nella quale i singoli editori, con un corrispettivo a monte riconosciuto da Google, possono inserire i propri contenuti di qualità, per attirare i lettori sui propri siti mostrando eventualmente contenuti premium anche per stimolare la sottoscrizione degli abbonamenti.
E' un ulteriore capitolo della lunga contesa tra editori e giganti della rete per il pagamento dei contenuti. L'azienda americana ha per lungo tempo rifiutato queste richieste, ma, anche sulla scia di interventi di istituzioni e autorità nei vari paesi, ha imboccato sempre più la strada di una collaborazione, lanciando vari progetti per sostenere lo sviluppo digitale dei prodotti giornalistici. Dalla Google News Initiative con lo stanziamento di 300 milioni dal 2018 al 2021 per gli editori di statunitensi, alla Digital News Initiative, attraverso la quale l'azienda ha distribuito 150 milioni di euro in tre anni per per stimolare l'innovazione nel giornalismo digitale tra gli editori europei.
Risorse ritenute, comunque, insufficienti dagli editori e dalle associazioni di giornalisti, che hanno segnato un punto decisivo con la direttiva Ue sul copyright, approvata nel 2019. La normativa consente di richiedere una commissione dalle piattaforme online che mostrano estratti delle loro notizie. In Francia, primo paese ad aver recepito la direttiva, anche in seguito a un intervento dell'Antitrust, è stato recentemente trovato un accordo per la remunerazione del copyright attraverso Showcase. Intesa raggiunta anche in Australia con Newscorp di Rupert Murdoch, dopo una lunga contesa.
Il colosso americano ha lanciato News Showcase lo scorso ottobre, impegnandosi a investire un miliardo di dollari in tre anni e raggiungendo finora oltre 500 pubblicazioni a livello globale in una dozzina di Paesi tra cui Germania, Brasile, Canada, Francia, Giappone, Gran Bretagna e Argentina. In Italia a stringere l'accordo e ad esprimere soddisfazione sono stati grandi gruppi come RCS Media Group, Sole 24Ore, Gruppo Monrif, Caltagirone Editore, oltre a il Fatto Quotidiano, Libero, Il Foglio, Il Giornale, Il Tempo, Ciaopeople, Edinet, Gruppo Corriere, Citynews e Varese web. Google, nell'annunciare l'accordo, ha precisato che Showcase sarà disponibile in Italia nei prossimi mesi e che le intese tengono conto dei principi fissati nell'art. 15 della Direttiva Europea sul diritto d'autore.
Gli editori e la Fnsi attendono, comunque, che venga completato anche in Italia l'iter per il recepimento della direttiva, con i relativi decreti attuativi, alla luce del termine fissato a giugno 2021 dalla stessa normativa europea. Le associazioni dei giornalisti, non solo in Italia, vedono la piena applicazione di quella legge come un passaggio fondamentale per chiedere ai giganti del web, Facebook compreso, le giuste remunerazioni. Le federazioni internazionali ed europee dei giornalisti hanno, infatti, giudicato l'impegno di Google, annunciato con il lancio di Showcase, ben lontano da ciò che l'azienda dovrebbe pagare all'industria dell'informazione globale e ai giornalisti di tutto il mondo, chiedendo piena trasparenza sul programma e sui contratti con gli editori di notizie.
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