Negli Usa una gang di hacker ha minacciato di pubblicare dati sensibili, compresi nomi di informatori o dettagli di operazioni in corso, ottenuti con un attacco alla polizia di Washington. Il gruppo, che si fa chiamare Babuk Locker, afferma di aver scaricato 250 Gigabyte di materiali, e di renderli noti se non verrà pagato un riscatto.
L'attacco, riporta il sito govinfosecurity.com è stato confermato dal Dipartimento, che però non ha rivelato dettagli ulteriori sul materiale che sarebbe in possesso degli hacker. "Ci siamo accorti di un accesso non autorizzato - ha affermato al sito un portavoce -. Stiamo determinando l'impatto reale dell'attacco, e investighiamo insieme all'Fbi sulla vicenda".
I dati rubati dal Dipartimento di Polizia di Washington, rivela l'azienda di Cybersecurity FireEye, hanno iniziato ad apparire su internet lunedì 26 aprile, rendendolo il terzo dipartimento di polizia negli Stati Uniti a essere colpito dai criminali informatici in sei settimane.
"Combinare furto di dati e attacchi ransomware è diventata rapidamente una tattica sempre più utilizzata nel corso dell'ultimo anno - commenta Kimberly Goody, Senior Manager Cybercrime, Mandiant Threat Intelligence della compagnia -. La successiva messa online dei nomi delle vittime e dei loro dati su siti "naming and shaming", creati ad hoc per questo scopo, è diventato l'obiettivo per hacker che cercano di costringere le vittime a pagare somme di denaro. In particolare, il Dipartimento di Polizia di Washington non è il primo ad apparire su un sito di ransomware shaming. Tuttavia, visto che la sede è la capitale degli Stati Uniti, questo fatto genererà quasi certamente interesse da parte di un pubblico più ampio, compresi altri Stati, a seconda dei dati inclusi nelle informazioni rubate".
Babuk, spiega l'esperta, è un gruppo conosciuto a partire dal gennaio 2021. "Gli annunci suggeriscono che i suoi attori si concentrano su obiettivi di alto valore con entrate annuali che superano gli 800 milioni di dollari".
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