"Credo nella libertà di stampa ma anche nella giustizia al di là della mia situazione personale. Non mi interessa cosa ne sarà di me tra 10 anni, ma cosa ne sarà di internet. Il tema è quale sarà il destino di internet, il mio, il vostro e della civiltà occidentale". Lo ha detto il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ospite in videoconferenza ai Dialoghi dell'Espresso in corso a Pisa nell'ambito degli open day della ricerca dell'Ateneo pisano.
"Il controllo della rete - ha aggiunto - è il controllo della società globale. La struttura di controllo è stata definita ed è in azione, ma presto si svilupperanno nuove forme di internet, nuove forme informatiche e nuove economie si svilupperanno sullo scenario globale proprio in risposta al controllo normativo della rete. Sarà interessante capire come si svilupperanno questi processi su scala planetaria". Rispondendo infine a una domanda dal pubblico sulla libertà, Assange ha detto di avere "libertà importanti: quella di comunicare, continuare il mio lavoro di giornalista, grazie all'aiuto dei miei collaboratori".
"Stiamo facendo un lavoro importante - ha concluso - e rifarei di nuovo tutto quello che ho fatto, nonostante ciò che è successo, perché abbiamo avuto risultati concreti e sono molto fiducioso che saremmo vittoriosi in questo processo particolare. Io lo vedo tutti i giorni che gli stati saranno diversi e la gente sarà diversa. Nei prossimi mesi faremo altre rivelazioni pubblicando i reportage svolti e che ci hanno permesso di entrare in possesso di moltissimi dati".
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