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Arriva 'social bombing' targato Italia

Arriva 'social bombing' targato Italia

Da sito campagne di pressione, nel mirino Franceschini e Renzi

ROMA, 12 aprile 2014, 18:59

Redazione ANSA

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Socialbombing.org - RIPRODUZIONE RISERVATA

Socialbombing.org - RIPRODUZIONE RISERVATA
Socialbombing.org - RIPRODUZIONE RISERVATA

La campagna ha successo. Così tanto che Twitter s'impensierisce e ci mette un freno, bloccando la piattaforma. Inizia (col giallo) l'avventura del primo portale di social bombing all'italiana, Socialbombing.org. Che, a dirla tutta, si presenta come "il primo aggregatore mondiale delle missioni social". L'obiettivo? Chiedere al ministro della Cultura Dario Franceschini di "non fare retromarcia" e "non introdurre" il balzello su smartphone e tablet a uso e consumo della Siae.

Il portale - che, come recita il sito, "mette a disposizione uno spazio virtuale per lanciare una missione su un dato tema e, allo stesso tempo, consente a chiunque di aderire alle missioni esistenti" - sfrutta la possibilità di far arrivare a un destinatario lo "stesso tweet di protesta o proposta" un numero potenzialmente illimitato di volte, rendendo così il messaggio "ineludibile". Un modo di fare che Twitter considera borderline allo spam e quindi 'sanzionabile' in base alle regole in vigore presso il sito con base a San Francisco. 

Destino, quello della chiusura per violazione delle regole, toccato a suo tempo anche a Thunderclap, il sito usato (persino) dalla Casa Bianca per amplificare la portata social delle sue campagne. Semplificando all'osso: l'idea di base è quella di raggruppare sotto una stessa bandiera una moltitudine di messaggi per poi rilasciarli in un sol colpo nel mare magnum di Twitter, smuovendo così i trending topic e raggiungere visibilità. Che poi è quanto speravano di ottenere gli autori della campagna #iniquocompenso - firmata, tra gli altri, anche da Altro Consumo - lanciata per solleticare la sensibilità del ministro Franceschini.

"La vera novità", spiega Marco Camisani Calzolari, imprenditore milanese con base a Londra e fondatore di Socialbombing.org, "è la possibilità di aggregare azioni che fino a ieri erano sparse o singole. Al contrario delle petizioni online, non bisogna aspettare un certo numero di adesioni prima di poter iniziare a far pesare il messaggio. E poi è tutto trasparente: i numeri sono pubblici, facilmente controllabili".

   

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