Il 40% dei ragazzi trascorre on line più di 5 ore al giorno e al 13% è capitato di insultare via web personaggi famosi. Sono alcuni dei dati che emergono da un'indagine sull'hate speech, condotta tra ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni, affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net e all'Università degli Studi di Firenze. I dati sono stati forniti in occasione della partenza della nuova campagna itinerante della Polizia di Stato' una vita da social' che vuole sensibilizzare i giovani sui pericoli della rete. Whatsapp si conferma il gigante degli scambi social fra gli adolescenti (80,7%), seguito da Facebook (76,8%) e Instagram (62,1%). Per quanto riguarda il controllo della veridicità delle notizie on line, il 14% degli intervistati dichiara di non controllare mai se una notizia sia vera o falsa, un comportamento - mette in evidenza la ricerca - che rende i ragazzi "facilmente preda di titoli sensazionalistici e 'bufale' che possono fomentare reazioni poco ragionate e forse guidate da sentimenti di rabbia e di odio".
Altro dato da evidenziare è quell'11% di ragazze e ragazzi che dichiara di approvare insulti rivolti a personaggi famosi in virtù di una più generale "libertà di esprimere ciò che si pensa" e un 13% a cui è capitato di insultare un personaggio famoso on line. Stesso discorso si può fare sui commenti pesanti rivolti ai coetanei dove si conferma l'effetto di disinibizione dello "schermo" nel facilitare comportamenti che non verrebbero messi in atto così facilmente se si fosse di fronte all'altra persona. Oggi per lanciare la campagna un truck brandizzato in piazza Montecitorio con esperti della Polizia Postale ha accolto studenti e professori per affrontare insieme il tema del cyberbullismo.
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