Facebook ha trattato per anni con banche e altre società finanziarie per avere accesso ad informazioni sensibili sugli utenti, da usare anche a fini pubblicitari. Lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti anonime e documenti interni. Anche l'anno scorso Facebook - già sotto osservazione dopo lo scandalo Cambridge Analytica che ha portato all'accesso a 87 milioni di profili - avrebbe sollecitato gli istituti per poter usare le informazioni finanziarie che passano attraverso la chat Messenger, di proprietà del social. La chat è infatti usata dagli utenti come canale per contattare il servizio clienti delle aziende.
Il quotidiano riferisce che alcuni istituti finanziari, preoccupati per la privacy dei clienti, hanno negoziato accordi personalizzati per limitare l'accesso di Facebook alle informazioni. Tra questi ci sarebbero American Express, Bank of America e PayPal.
"Come molte aziende online, collaboriamo con gli istituti finanziari per migliorare le esperienze commerciali delle persone, quali consentire un migliore servizio clienti", ha dichiarato la portavoce di Facebook Elisabeth Diana al Wsj.
"Abbiamo sottolineato ai partner che mantenere al sicuro le informazioni personali è fondamentale. Questa è stata e sarà sempre la nostra priorità".
Ad agosto Unicredit ha interrotto i rapporti con Facebook giudicando la piattaforma "non etica". Qualche settimana dopo, una indiscrezione di Bloomberg, ha rivelato che Google e Mastercard avrebbero concluso un accordo segreto che avrebbe permesso alla società di Mountain View e ai suoi inserzionisti di tracciare le vendite al dettaglio, quindi "offline" di oltre due miliardi di carte di credito.
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