E' stata formalizzata la multa dell'authority britannica sulla comunicazione, l'Information Commissioner's Office (Ico), contro Facebook per lo scandalo dei dati di utenti passati alla società di consulenza Cambridge Analytica e usati poi anche a scopi di propaganda politica. Ma, come già annunciato, non supera le 500.000 sterline, massimo previsto dalle norme in vigore nel Regno prima dell'introduzione nel maggio scorso d'una nuova legge europea più severa (Gdpr).
L'Ico ha sancito che Facebook consentì "fra il 2007 e il 2014" l'accesso ai dati "senza il chiaro consenso degli utenti", inclusi oltre un milione di britannici. E ne ha sancito "la grave violazione" della legge, come si legge in un comunicato diffuso oggi che ufficializza la multa già preannunciata dall'authority all'azienda di Mark Zuckerberg a luglio. Allora era stata la stessa numero uno dell'Ico, Elizabeth Denham, ad ammettere l'incongruità dell'ammenda per un soggetto delle dimensioni economiche di Facebook, osservando come con la nuova normativa sarebbe stata di tutt'altra entità.
"Stiamo esaminando la decisione dell'Ico. Anche se, e lo diciamo con rispetto, non siamo d'accordo con alcune delle loro conclusioni, abbiamo già detto che avremmo dovuto fare di più per indagare su Cambridge Analytica e prendere provvedimenti nel 2015": così un portavoce di Facebook commenta la multa da 500.000 sterline dell'authority britannica sulla comunicazione per il caso Cambridge Analytica. "Siamo grati che l'Ico abbia riconosciuto la nostra piena collaborazione durante le indagini, confermando di non aver trovato prove che suggeriscano che i dati degli utenti di Facebook del Regno Unito siano stati condivisi con Cambridge Analytica. Ora che la loro indagine è completa, siamo fiduciosi che l'Ico ci consentirà di accedere ai server di Cambridge Analytica per controllare i dati che hanno ricevuto"
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