"Non c'è modo che gli Stati Uniti ci possano schiacciare": sono di sfida le parole di Ren Zhengfei, fondatore del colosso cinese della telefonia Huawei, in risposta agli attacchi di Washington. Intervistato dalla Bbc, Ren ha replicato a 360 gradi, denunciando fra l'altro l'arresto in Canada su mandato americano di sua figlia, Meng Wanzhou, responsabile finanziaria della holding, come politicamente motivato. Mentre ha minimizzato, pur senza negarli, i danni legati al tentativo dell'amministrazione Usa di coinvolgere nel boicottaggio contro la sua azienda i Paesi alleati.
"Il mondo non ci può abbandonare - ha tagliato corto - perché siamo tra i più avanzati. Anche se gli Usa convincessero altri a non usarci più temporaneamente, potremmo sempre compensare un po' le cose". Quanto al Regno Unito, dove lo Uk National Cyber Security Center ha concluso che i rischi per la sicurezza denunciati da Washington rispetto all'uso degli apparecchi Huawei nelle reti 5G esistono, ma sono "gestibili", Ren ha detto d'avere "ancora fiducia nel mercato britannico" e di volervi "continuare a investire". "Se gli Usa non si fidano più di noi - ha promesso solleticando gli interessi di Londra - potremo dirottare ancor più i nostri investimenti dall'America al Regno Unito".
"Non vedo Huawei come un problema, per me è solo uno dei 25 nomi di produttori di apparecchiature tra cui scegliere, con prezzi diversi e qualità diversa": lo ha detto nel corso di un'intervista all'agenzia Bloomberg il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Michele Geraci, commentando le pressioni Usa sul colosso cinese della telefonia. "La gente dice sempre Huawei sì o no, la vera domanda dovrebbe riguardare il fatto che i produttori stranieri di apparecchiature sono autorizzati ad accedere alla tua rete", ha sottolineato Geraci.
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