Una grande maggioranza dei cittadini dell'Ue ritiene che l'Unione europea dovrebbe definire e promuovere i loro diritti nell'ambito della trasformazione digitale in atto, mentre gli italiani sono tra i meno consapevoli delle tutele di cui già dispongono. Sono questi alcuni dei principali risultati, pubblicati dalla Commissione europea, di un sondaggio dell'Eurobarometro condotto tra settembre e ottobre 2021 in cui è stato esaminato come i cittadini europei percepiscono il futuro degli strumenti digitali e di internet e l'impatto di questi sulle loro vite entro il 2030. Dallo studio è emerso ad esempio che l'80% degli intervistati pensa che l'uso degli strumenti digitali porterà vantaggi perlomeno pari agli svantaggi, in particolare rispetto al pericolo di attacchi informatici, mentre il 53% è più preoccupato per la sicurezza dei più piccoli.
La maggioranza dei cittadini ritiene che l'Unione europea tuteli adeguatamente i loro diritti, ma in Italia solo il 39% ha affermato di essere consapevole del fatto che tali diritti (ad esempio la libertà di espressione, la privacy e la non discriminazione) dovrebbero essere rispettati anche online. Il dato italiano è il terzo più basso, preceduto solo da Bulgaria (34%) e Romania (37%), mentre in Ue la media si attesta al 60%. Viceversa, chi si è detto non consapevole è il 61% in Italia e il 39% in Europa. "I risultati di questo sondaggio - si legge in una nota della Commissione Ue - permetteranno di elaborare la proposta di dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali". La Commissione si propone infatti di presentare questa dichiarazione per promuovere "una transizione digitale modellata da valori europei comuni" come parte della sua 'bussola digitale' presentata il 9 marzo 2021, stabilendo una visione, gli obiettivi e la via da seguire fino al 2030.
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