Cala, nella campagna di raccolta e
trasformazione 2023, la produzione del pomodoro da industria nel
Nord Italia. E' quanto emerge dai dati messi in fila dall''OI
Pomodoro da Industria del Nord Italia' secondo cui sono state
prodotte "poco meno di 2.800.000 tonnellate di pomodoro, ovvero
un -12% rispetto a quanto contrattato fra l'Industria e le
Organizzazioni di Produttori". Le superfici coltivate sono
risultate pari a 38.928 ettari, di cui 3.731 a produzione
biologica e il restante a produzione integrata.
Guardando al territorio nell'area Ovest del Nord Italia le
rese sono state molto alte malgrado ci siano state aree
duramente colpite dalla grandine, mentre nell'area Est le rese
sono state decisamente basse a causa delle piogge persistenti di
maggio, nonché dell'alluvione che ha duramente colpito il
Ravennate.
"In sintesi - osserva in una nota Tiberio Rabboni, presidente
'OI Pomodoro da Industria Nord Italia' - si è trattato di una
campagna con esiti discreti, se non buoni, nelle province
occidentali e negativi, purtroppo, nelle province orientali,
Ravenna e Ferrara in particolare. Il clima anomalo ha
condizionato negativamente anche l'esito delle coltivazioni
biologiche".
Se la produzione è stata inferiore alle attese, il pomodoro
avviato alla trasformazione, osserva l''OI Pomodoro da Industria
del Nord Italia', "ha registrato quest'anno una qualità molto
alta, registrando un grado brix di 4,87, uno dei valori massimi
dell'ultimo decennio. Data l'ottima qualità del prodotto
consegnato, il pomodoro è stato pagato con un indice di
pagamento elevato, tra i maggiori dell'ultimo decennio; il
pomodoro - conclude l'organizzazione - già partiva da un prezzo
di riferimento base 100, pari a 150 euro a tonnellata, il più
alto mai riconosciuto prima dall'industria ai produttori".
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