- ROMA - Ferrero con uno spot televisivo irrompe nel dibattito sull'olio di palma. Trenta secondi per spiegare, invertendo la rotta della comunicazione che, utilizzare nell'industria alimentare l'olio vegetale, da anni sul banco degli imputati, può essere una scelta responsabile e sostenibile, basata sulla scienza e sulla qualità. Perché l'olio di palma non è tutto uguale, tengono a precisare dalla azienda alimentare piemontese. ''Ci approvvigioniamo esclusivamente di olio di palma 100% sostenibile, secondo una tra le più stringenti certificazioni rilasciate da Rspo, Roundtable on Sustainable Palm Oil'', ha detto Alessandro d'Este, Presidente e Amministratore Delegato di Ferrero Commerciale Italia, ''non abbiamo paura di raccontarlo, il claim della nostra campagna è infatti ''da 70 anni la qualità prima di tutto''. La campagna di comunicazione, che durerà fino a fine anno anche su stampa e digitale, come ha spiegato l'ad all'ANSA,''nasce dal fatto che abbiamo percepito un disorientamento nel consumatore che vogliamo rassicurare sotto ogni profilo''. L'olio di palma viene demonizzato per l'elevato contenuto di acidi grassi saturi, circa il 50% del totale, considerati poco salutari perché tendono a far alzare i livelli di colesterolo nel sangue. Da qui la scelta compiuta negli ultimi mesi da molte aziende alimentari che hanno fatto a gara, con massicce campagne pubblicitarie, per far sapere al consumatore che veniva bandito dalle loro produzioni. La lista è lunga, visto che nei supermercati oltre il 90% dei biscotti e dei prodotti da forno esposti sugli scaffali contiene questo grasso vegetale. Nomi come Alce nero, Loacker, Coop, Gentilini, Bonfanti, Colussi e tanti altri hanno eliminato l'olio di palma, seguita da poco tempo anche dal Gruppo Barilla per la linea di biscotti del Mulino Bianco. Non è quindi facile per il consumatore avere un'informazione corretta, come ha riconosciuto il vice ministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, che ha parlato di ''terrorismo della disinformazione alimentare dove si fa leva sull'ignoranza, avendo dietro interessi economici ben precisi, volti alla sostituzione di prodotti e a creare turbative sul mercato''. Dal punto di vista salutistico, sono ormai diversi gli studi scientifici ad 'assolvere' l'olio di palma. C'e' poi l'aspetto ambientale con le foreste abbattute per fare posto alla coltivazione. Da qui l'importanza di acquistare olio certificato, che ormai rappresenta il 18% della produzione totale, 109 mila produttori e un'estensione di 257 mila ettari.
Anche perchè l'olio di palma è il più eco-virtuoso tra gli oli vegetali, secondo Carlo Alberto Pratesi, Professore di Economia all'Università di Roma Tre, per ottenere lo stesso quantitativo di prodotto con la soia servirebbe una superficie pari a 5 volte l'Italia, senza contare la quantità dei pesticidi usati, 11 kg a tonnellata contro 2.
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