- FOGGIA - Un protocollo d'intesa finalizzato alla nascita di un Centro studi internazionale della Dieta Mediterranea è stato sottoscritto oggi da Università di Foggia, Club Unesco per Foggia, ASL Foggia, Associazione Dieta Mediterranea Ancel Keys - Pioppi e Camera di Commercio di Foggia. Si tratta del primo centro studi del settore costituito in Capitanata, un polo scientifico e culturale che sarà operativamente disciplinato dall'accordo siglato oggi - durata annuale, rinnovabile - a cui ha dato il proprio patrocinio anche la Regione Puglia - Assessorato alle Politiche agricole (in futuro dovrebbe aderire al progetto come partner, al pari delle istituzioni che l'hanno formalmente costituito).
Il Centro studi internazionale della Dieta Mediterranea si occuperà di promuovere il modello alimentare della Dieta Mediterranea (dal 2010 nella lista dei beni protetti dall'Unesco, come patrimonio immateriale dell'umanità) attraverso ricerche, incontri, piani di comunicazione, e campagne di sensibilizzazione. Alla conferenza stampa sono intervenuti Milena Sinigaglia, Prorettrice dell'Università di Foggia; Floredana Arnò, presidente Club per l'Unesco di Foggia; Vito Piazzolla, direttore generale Asl Foggia; Alessandro Notaro, presidente Associazione Dieta Mediterranea Ancel Keys - Pioppi; e il presidente della Camera di Commercio Foggia, Fabio Porreca.
"Questa collaborazione - ha detto Arnò - ci consentirà di presentare la Dieta Mediterranea per ciò che in realtà è, ovvero un pensiero culturale che non riguarda esclusivamente chi ne fa ricorso ma anche chi vuol rinunciare, con coscienza e oggettività, allo smodato ricorso al cibo che si fa nel mondo cosiddetto "sviluppato". La Dieta Mediterranea è soprattutto questo: una specie di scuola di formazione, una scuola culturale che non vuole insegnare nulla se non a guardare meglio a ciò di cui ci nutriamo, e soprattutto a come lo facciamo". "Qui - ha detto Sinigallia - non è in discussione solo la corretta alimentazione della nostra e delle generazioni future, ma proprio un radicale avvicendamento culturale che faccia più attenzione ai bisogni reali. Per questo sarà importante il coinvolgimento, da parte del Centro studi, delle scuole elementari e medie".
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