Lo fa sapere Assobibe, l'Associazione Nazionale degli Industriali delle Bevande Analcoliche, spiegando che nei Paesi dove è stata applicata questa misura, Messico, Norvegia e Finlandia, non solo non ci sono benefici per la salute, ma le vendite hanno subito un calo, con riflessi negativi per l'indotto.
Le calorie in eccesso provengono non da un solo alimento, ma
da tutto ciò che si mangia e si beve, chiarisce Assobibe, nel
ricordare che in Italia i consumi di bibite gassate
rappresentano meno dell'1% dell'apporto calorico quotidiano di
un adulto, che scende nei bambini allo 0,6%. Secondo
l'Associazione, inoltre, non c'è correlazione tra consumi di
soft drinks e tassi di obesità.
E proprio sui questo fronte occorre un impegno condiviso,
dove ognuno deve fare la sua parte. Dal 2008 al 2016, ad
esempio, i produttori di bevande analcoliche in Italia hanno
ridotto del 22,5% le calorie immesse sul mercato, del 20% lo
zucchero immesso al consumo, e hanno aumentato del 41% la
disponibilità di prodotti riformulati a ridotto o nullo
contenuto calorico.
Alle Amministrazioni competenti, conclude Assobibe, spetta la
promozione di campagne di educazione alimentare e stili di vita
corretti basati su solide evidenze scientifiche. Ai consumatori
spetta di fare scelte libere, responsabili e consapevoli, in
base ai gusti e stili di vita.
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