Venerdì scorso i primi casi di
afta epizootica in Brandeburgo, dove si stanno prendendo misure
di profilassi, e fino ad oggi già tre Paesi - Messico, Sud Corea
e Regno Unito - hanno disposto il blocco all'importazione di
carne dalla Germania. Per i Paesi europei vale il cosiddetto
principio della regionalizzazione: le carni da aree non colpite
da afta possono continuare a essere esportate.
Nel frattempo, sono state prese misure di profilassi per
evitare una diffusione della malattia che è estremamente
infettiva. Questa è anche la ragione per la quale se in un
allevamento c'è anche un solo caso, devono essere abbattuti
tutti gli animali presenti. Il ministro federale
dell'agricoltura Cem Oezdemir è intervenuto ribadendo come la
priorità deve essere "proteggere gli animali e minimizzare i
danni per la nostra agricoltura".
Il ministro intende provare a limitare il più possibile nuovi
stop all'importazione di carne dalla Germania. La preoccupazione
è palpabile tra gli allevatori, sia per i rischi di misure di
profilassi sia per l'impatto sulle vendite. La campagna 'Siamo
stufi' (Wir haben es satt!) ha comunicato che alla
manifestazione prevista per il 18 gennaio non ci saranno i
trattori che negli ultimi anni hanno animato le proteste di
contadini e allevatori. La ragione è proprio di contribuire a
limitare il contagio ed evitare così nuovi focolai.
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