- ROMA - Il 2016 è stato un anno positivo per i consumi di pesce nelle famiglie italiane che hanno dedicato a questa voce di spesa il 7,5% della loro budget agroalimentare complessivo, in crescita del 2,5% rispetto all'anno precedente. Una vera e propria 'rimonta' dei prodotti ittici, a fronte di un calo degli acquisti delle carni del 5,3%. Secondo i dati diffusi oggi dall'Ismea, al primo posto c'è il pesce fresco (+4,5%), pari al 3,5% del totale della spesa agroalimentare; in aumento anche le conserve di pesce (+1,7%), il congelato (+1,8%), mentre registrano una flessione solamente i prodotti ittici affumicati ed essiccati (-3,5%).
''E' un trend sicuramente positivo - commenta la Federcoopesca-Confcooperative osservando i dati Ismea - che fa ben sperare i produttori, dopo un difficile inizio anno per il maltempo che ha bloccato per settimane le attività in mare''.
Bene dal punto di vista economico ma anche per la salute.
''Investire di più nella spesa di prodotti ittici - osserva - è un segnale della maggiore attenzione ad una dieta equilibrata che premia le proteine nobili di pesci, molluschi e crostacei e le loro proprietà benefiche in grado di salvaguardare il cuore, ridurre il colesterolo cattivo e anche contrastare l'insonnia''.
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