I pescatori di Orbetello giocano di anticipo per la salvagardia dell'angulla, una specie minacciata dai cambiamenti climatici e dal bracconaggio, tanto che la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (Cgpm) sta valutando la sospensione della pesca professionale e ricreativa.
Domani nella laguna in provincia di Grosseto, la cooperativa "I Pescatori di Orbetello" libererà 1 milione di larve di anguilla con le loro 'mamme' che saranno marchiate per censirne i movimenti futuri e valutare il riadattamento all'ambiente naturale. Si tratta del progetto sulla riproduzione condotto insieme all'università di Bologna con lo staff guidato dal professor Oliviero Mordenti, il cui obiettivo è quello di creare un polo nazionale ad Orbetello sullo studio e il monitoraggio.
"La pesca alle anguille è una gestione che in Italia segue regolo precise per la salvaguardia della specie - spiega all'Ansa Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca-Confcooperative - si va da un fermo pesca dal 1° gennaio al 31 marzo di ogni anno e per il 2023 è stato previsto un ulteriore periodo di chiusura dal 1° aprile al 30 giugno, con decreto ministeriale che recepisce quanto previsto da un regolamento comunitario voluto per tutelare maggiormente la specie". E non solo, perchè la pesca può essere praticata solo nelle 9 regioni che adottano piani di gestione, ossia Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Umbria e Sardegna. Ma quello dell'anguilla non è l'unico esempio di salvagurdia da parte dei pescatori. In Friuli ma anche in Veneto sono stati immessi cannolicchi prelevati dal Tirreno e vongole di mare (chamelea gallina) dall'Adriatico per aumentarne le produzioni. Anche per il tonno rosso, la lampuga e il nasello la gestione da parte dei pescatori ha rivitalizzato questi stock. C'è poi il fermo dell'alalunga chiesto dai pescatori nel periodo autunnale per evitare di catturare accidentalmente piccoli esemplari di pesce spada.
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