In Europa la metà delle vongole
commercializzate proviene dalla sacca di Goro, nel Ferrarese, ma
la produzione di molluschi nell'area è sempre più flagellata dal
granchio blu, specie "aliena" che ha invaso l'alto Adriatico.
Soltanto quest'anno, nei primi cinque mesi, le cooperative
riportano un crollo della produzione di vongole. Un calo pari al
70% nei casi considerati meno gravi ma che arriva fino al 100%,
dunque al totale, nei casi delle cooperative di Comacchio e di
alcune cooperative di Goro, con concessioni in acque troppo
profonde per poter installare i recinti che impediscono ai
granchi di entrare. Il drammatico bilancio è emerso da un punto
fatto ieri in Prefettura a Ferrara insieme ai sindaci, a
rappresentanti istituzionali, ai consorzi dei pescatori, alle
associazioni di categoria, sindacati e insieme al segretario
della commissione regionale dell'Associazione bancaria italiana
(Abi). Dall'incontro è emerso l'auspicio di una dichiarazione di
stato di emergenza e la nomina di un commissario.
I pescatori hanno spiegato che negli ultimi mesi è stata
rilevata una presenza di granchi blu più piccoli e in numero
minore rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Elemento
però non ancora chiaro se ascrivibile alla temperatura
dell'acqua - non ancora favorevole alla grande proliferazione
del crostaceo - o ad altri fattori. Il risultato è comunque già
drammatico. Diverse le esigenze sollevate e le richieste
arrivate dalle associazioni di categoria. In primis che i
contributi previsti dalla Regione per granchi smaltiti (un euro
e mezzo al chilo) sia retroattivo (il bando deve ancora essere
pubblicato dalla Regione). Senza un contributo alla raccolta e
allo smaltimento, i pescatori hanno fatto sapere di non sono più
nelle condizioni di svolgere questa attività, in quanto senza
reddito.
Tra le novità del Dl Agricoltura, la moratoria di un anno sul
pagamento dei mutui è stata giudicata troppo limitata perché non
copre anche quelli accesi per esigenze personali. Le
associazioni di categoria hanno infine sottolineato l'importanza
di una proroga dello stato di calamità già dichiarato per una
durata di 24 mesi, per consentire alle imprese di poter
richiedere i contributi anche nel 2025.
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