Regolamentare il trasporto dei prodotti alimentari a garanzia del consumatore, un passaggio fondamentale che rischia di vanificare la qualità di tante eccellenze tricolori e l'impegno di migliaia di imprenditori. E' il messaggio lanciato al Food'n'Motion, primo confronto tra i rappresentanti dell'agroalimentare e dell'autotrasporto per fare quadrato sulle problematiche connesse al trasporto di qualità per la sicurezza degli alimenti e stendere nuove regole condivise. Basti pensare che nel 2018 nel mondo si movimenteranno 216 milioni di tonnellate di merci deperibili, comportando nuove sfide commerciali; e le alterazioni della qualità, fa presente Luca Lanini, docente di logistica dell'Università Carlo Cattaneo di Varese, avvengono proprio nei poli logistici e nelle fasi di movimentazione, con costi enormi per le aziende. In Italia il trasporto totale incide per il 73,3% sui costi della logistica, di cui quello stradale rappresenta il 63% contro il 50% a livello europeo. Secondo gli ultimi dati Istat per quanto riguarda le Tkm, l'unità di misura del traffico che indica il trasporto di una tonnellata di merce per un chilometro di strada, il 12,8% riguarda i prodotti alimentari e 9,1% quelli agricoli di caccia e pesca. A condizionare fortemente qualità, mantenimento delle caratteristiche organolettiche e sicurezza igienico-sanitaria di un alimento, è stato sottolineato nel corso dei lavori, è proprio il trasporto, passaggio su cui il consumatore non ha alcuna informazione; i controlli, infatti, si concentrano sulla parte iniziale e finale della filiera e di fatto non sono stati ancora definiti adeguati standard di qualità nella fase di trasferimento degli alimenti dal luogo della produzione ai nodi logistici, dove vengono trasformati e manipolati. (ANSA)
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