Salgono così a 34 i piatti depositati dal 1972 a oggi.
La scelta è la conseguenza di un lungo percorso di ricerca
degli esperti dell'Accademia e dell'Associazione Periti Agrari
ex allievi dell'Istituto Scarabelli di Imola, che hanno
completato un'indagine storica per ricostruire nascita ed
evoluzione di ciascuna ricetta, consultando decine di testi e
documenti per provare il rapporto con il territorio imolese.
"Imola è una città di frontiera tra Emilia e Romagna e la cucina
rifletta in larga parte questo pendolarismo", sottolinea Antonio
Gaddoni, rappresentante della delegazione imolese
dell'Accademia. "Le preparazioni hanno raccolto il fermento
proveniente da entrambi i fronti e così, poco a poco, è
cresciuta l'attitudine a dare sostanza a questi piatti".
Per Massimo Zucchini, consigliere della Camera di Commercio,
"siamo contenti che Imola arricchisca la prestigiosa collezione
dei depositi, perché Imola è stata una scoperta: di tradizioni,
identità e storia, anche se nessuna di queste ricette è ancorata
al passato".
I garganelli, o 'garganell', conosciuti come maccheroni al
pettine sono un piatto tipico di sfoglia all'uovo fresca ritorta
su un piccolo bastoncino che è poi arrotolato al pettine e
alcune leggende collegano la loro genesi alle cucine di case
signorili, anche se la loro origine è probabilmente più
popolare. La 'vera torta' è, invece, anche detta 'torta degli
sposi', un dolce poco noto all'esterno del circondario imolese,
ma da sempre la torta delle grandi occasioni che per chi vi
abita: ha una storia antichissima, tanto che le Domenicane la
preparavano già nel 1737. Infine, i cappelletti, i 'caplét',
sono il primo romagnolo per eccellenza: quelli imolesi sono un
po' più piccoli di quelli tradizionali e dal disco usato per
ritagliare la sfoglia, ritrovato da un'antica famiglia imolese,
è stato rilevato il diametro ufficiale che è esattamente di 4
centimetri.
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