È per loro che abbiamo bisogno di regole giuste in mercati aperti e reputo un avanzamento positivo il venir meno dei dazi e della burocrazia ad essi collegata".
Lo afferma in Question time il
ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, rispondendo
in merito agli effetti del Trattato di libero scambio tra Unione
europea e Canada (Ceta) sul comparto agricolo e agroalimentare
nazionale. "Sul fronte della sicurezza alimentare - prosegue
Martina - va chiarito che non accetteremo nessuna proposta
legislativa europea o accordo commerciale che diminuisca le
garanzie attuali. Così non è per il Ceta che prevede
espressamente che i produttori canadesi che vorranno esportare
in Europa dovranno applicare le norme europee alla loro
produzione. Ad esempio non potranno essere importati nell'Ue
prodotti trattati con sostanze vietate all'interno della Ue".
"Per quanto riguarda il richiamato possibile impatto
sull'importazione in Europa di prodotti Ogm - aggiunge il
ministro -, come ricordato l'accordo dispone espressamente che
le sue norme troveranno comunque applicazione nella misura in
cui non deroghino alle disposizioni previste dagli Stati a
tutela della salute dei propri cittadini".
"Un altro aspetto da valutare con favore - conclude Martina -
è l'attenzione e la tutela ottenute sul fronte delle Indicazioni
geografiche. Più di tante mie parole valgono i commenti positivi
dei consorzi di tutela e di migliaia di imprese che con il Ceta
ottengono più protezione. Ad oggi infatti in Canada nessuna
Indicazione geografica italiana veniva tutelata, anzi avevamo
casi di divieto di utilizzo del nome come per il Prosciutto di
Parma, in quando confliggeva con un marchio commerciale
registrato in Canada. Con l'accordo ai 41 prodotti DOP e IGP,
che valgono il 92% dell'export agroalimentare di qualità
italiano in quel Paese, viene finalmente riconosciuto il diritto
esclusivo al nome. In sostanza l'uso improprio di una
denominazione è vietato. Si tratta di un passo in avanti
cruciale nella lotta alla contraffazione e nel contrasto del
fenomeno dell'Italian sounding".
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