L'Oms fa marcia indietro e si rimangia la formulazione del comunicato emessa a fine settembre dopo la riunione ad alto livello a New York sulle malattie non trasmissibili. L'organizzazione mondiale della sanità ha cancellato il richiamo a "leggi severe e misure fiscali" da porre in atto da parte dei governi per limitare il consumo di "cibi insalubri" e "prodotti dannosi" alla salute, tutte espressioni assenti dalla dichiarazione politica finale della riunione nel palazzo dell'Onu, ma che erano invece contenute nella bozza del documento inizialmente trasmessa da Ginevra a New York nel corso dell'estate.
Il comunicato dell'agenzia dell'Onu è stato emendato oggi in seguito, si apprende, a pressioni italiane per renderlo conforme con la Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo, proprio mentre al Palazzo di vetro è approdata una bozza di risoluzione proposta a Ginevra da un gruppo di sette Paesi in cui si torna a parlare di tasse e bollini sui cosiddetti "cibi insalubri".
L'esame della risoluzione dovrebbe cominciare nei prossimi giorni presso la Seconda Commissione dell'Assemblea Generale e l'Italia sta già lavorando per evitare penalizzazioni del comparto agro-alimentare nazionale.
Oggi, intervenendo nel corso della prima giornata della riunione generale del Meccanismo Globale di Coordinamento per la prevenzione ed il controllo delle malattie non trasmissibili, il Rappresentante Permanente dell'Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Ginevra, Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, aveva stigmatizzato diversi tentativi di "andare oltre il consenso" raggiunto dalle delegazioni con la dichiarazione politica, "reinterpretando" la volontà degli Stati membri, "fraintendendo gli impegni presi dagli Stati" e "citando misure respinte nel corso dei negoziati". Cornado aveva fatto riferimento proprio alle discrepanze tra comunicato finale dell'Oms e testo della Dichiarazione per auspicare un coinvolgimento più aperto, coerente e trasparente dell'agenzia ginevrina con gli Stati membri.
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