- ROMA - Non solo Piemonte, Umbria, Molise. Il tartufo si trova anche in Calabria e Sicilia ed è per questo, per la sua valenza nazionale, che la candidatura a patrimonio immateriale dell'umanità presso l'Unesco della Cerca e Cavatura del tartufo in Italia "é intelligente ed ha grandissime potenzialità". E' quanto sottolinea la vicepresidente della Camera Marina Sereni che sul tema della candidatura ha concluso alla Biblioteca della Camera la mostra "in volo sull'Umbria" con tante fotografie messe in vendita sulle bellezze e paesaggi del territorio umbro messo a dura prova dagli eventi sismici.
Il presidente dell'Associazione nazionale Città del tartufo, Michele Boscagli, che assieme al Ministero dei Beni culturali e Turismo ha consegnato lo scorso marzo all'Unesco il dossier della candidatura aspetta ora il 2019 per il verdetto. "La nostra associazione conta 53 realtà di 14 regioni - dice Boscagli -, metterle assieme e coordinarle per presentare il dossier non è stato facile ma ci siamo riusciti". "Le realtà dell'associazione hanno dimostrato capacità di fare rete - osserva la segretaria generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia - superando le resistenze dei singoli soggetti nella consapevolezza che si sta portando avanti una candidatura del paese".
Stefania Baldinotti e Elena Sinibaldi del Mibact hanno sottolineato come la candidatura, inizialmente focalizzata sull'oggetto tartufo, si è ampliata e si è arricchita con il materiale e le testimonianze relative ai saperi e alle tradizioni che riguardano l'attività di cerca e i suoi protagonisti, cani compresi, il tutto inquadrato nel sostegno all'ambiente portato da un'attività rispettosa del territorio.
"Questa candidatura sulla cultura del tartufo - ha concluso il sottosegretario al Ministero dell'Interno Gianpiero Bocci - è la risposta per difendere e tutelare questa eccellenza e nello stesso tempo valorizzare soprattutto al qualità del nostro tartufo".
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