"In molte aree del Paese, come per esempio la Campania o la Calabria, è da ottobre che non piove. I pozzi e i corsi d'acqua sono a secco e la straordinaria fioritura degli ulivi dei mesi scorsi, che faceva presagire una campagna finalmente copiosa, vede ora gli alberi in grande sofferenza, con foglie ripiegate su sé stesse dalla sete e le olive che cadono prima di maturare - evidenzia Luigi Canino, presidente Unasco -. E bene fanno le Regioni, come la Campania, a chiedere lo stato di calamità, perché di calamità vera e propria si tratta. Peraltro, i tanti uliveti abbandonati e che noi come produttori siamo pronti a curare e a rimettere in produzione, rischiano di diventare l'ideale contesto per lo sviluppo dei tanti incendi che devastano il nostro territorio in estate".
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