ROMA - A undici mesi dalla prima scossa sono state realizzate e rese operative il 55% delle stalle necessarie per ospitare gli animali 'sfollati a causa del crollo delle stalle. E' quanto emerge dal monitoraggio effettuato dalla Coldiretti in occasione dell'incontro con centinaia di agricoltori nel Comune di Amatrice (Rieti) undici mesi dopo le prime scosse, per fare un bilancio sulla situazione che ha portato a un conto dei danni per 2,3 miliardi.
Secondo l'analisi della Coldiretti sono stati realizzati anche il 53% dei fienili provvisori necessari nelle campagne dove durante l'inverno si è verificata "una vera strage di animali per l'effetto congiunto delle scosse e del maltempo che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo. Negli allevamenti ora invece bisogna fare i conti con il caldo che aumenta lo stress per gli animali sistemati all'aperto o sotto tendoni privi di sistemi di refrigerazione e con difficoltà anche per garantire la disponibilità di acqua". In difficoltà - sottolinea l'organizzazione agricola - anche le piccole strutture di trasformazione artigianali, dal latte alla carne fino alle conserve, "che non hanno voluto delocalizzare sulla costa, ma che lottano per garantire la continuità nella produzione".
"A pesare - sostiene la Coldiretti - è anche la situazione di crisi in cui versa l'intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare. Secondo il monitoraggio della Coldiretti solo il 57% degli agriturismi danneggiati dal sisma ha ripreso l'attività in maniera completa".
"Occorre accelerare nel completamento delle strutture provvisorie necessarie alla sopravvivenza delle aziende e alla ripresa del lavoro e dell'economia del territorio", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare "che nell'immediato occorre un impegno a livello di promozione per riportare i turisti italiani e stranieri in queste aree".
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