- ROMA - Nel 2017 in Italia sono aumentati del 736% rispetto all'anno precedente gli arrivi di riso dalla Birmania, dove le autorità locali hanno avviato a fine ottobre la raccolta nei campi abbandonati dai musulmani Rohingya in fuga dalla repressione nello stato occidentale del Rakhine e rifugiatisi nel vicino Bangladesh. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della visita del Santo Padre in Myanmar, nel sottolineare che le importazioni di riso in Italia dalla Birmania hanno raggiunto il valore record di 7,3 milioni di chili in soli otto mesi. La raccolta - sottolinea la Coldiretti - riguarda poco più di 28 mila ettari a Maungdaw, la zona a maggioranza Rohingya nello stato di Rakhine in Birmania che, nonostante l'accusa di pulizia etnica denunciata dalle Nazioni Unite, gode da parte dell'Unione europea del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime EBA (tutto tranne le armi). I Rohingya - spiega Coldiretti - sono una minoranza etnica della Birmania, di religione musulmana, che vive in una situazione di apartheid nella regione del Rakhine, al confine con il Bangladesh.
Considerati come immigrati clandestini, infatti, è negata loro la cittadinanza birmana e i loro terreni vengono confiscati, mentre la libertà di movimento è limitata. Molti di loro, inoltre, sono da sempre sottoposti al lavoro forzato, anche nei campi di riso e, dall'inizio della repressione, sono numerose le testimonianze di violenze, addirittura decapitazioni, avvenute nei campi di riso secondo fonti giornalistiche internazionali.
"Non è accettabile che l'Unione Europea continui a favorire con le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell'indifferenza generale", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
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