"Per raggiungere questo obiettivo, dopo molti tentativi andati a vuoto - hanno detto - siamo dovuti andare a Bruxelles ad esporre le nostre motivazioni, e a spiegare che avere molte coltivazioni diverse anziché essere un difetto era un elemento di forza e di biodiversità. Alla fine, il 20 aprile scorso, il riconoscimento è arrivato e ci ha riempito di soddisfazione".
Sono 68 fino ad ora le richieste presentate dalle aziende olearie all'Assam per ottenere l'Igp: 37 hanno già il marchio, prime fra tutte quella da Antonio di Maio, scomparso da poco, che alla guida del Consorzio Marche extravergine si era battuto per l'Igp, e quella di Valter Cestini, al suo fianco nella battaglia. "Adesso - ha concluso Casini - ci aspettiamo non solo un aumento delle esportazioni, ma anche delle produzioni e della loro redditività, che la Regione sta già favorendo con contributi ed iniziative di promozione".
La prossima molitura prevede un olio non molto abbondante ma di grande qualità, prodotto da 25.458 aziende agricole (di cui 1.474 biologiche) su 44.866 totali, con una produzione media che va dai 250 ai 350 mila quintali di olive e dai 35 ai 50 mila quintali di olio. Un campo in cui eccellono la Dop di Cartoceto e ora la Igp, che occupa il 76% della superficie regionale.
L'Igp può contare su dieci varietà autoctone di olivo e due importate da circa un secolo, offrendo un patrimonio di grande biodiversità olivicola, con un olio caratterizzato da bassa acidità, elevato numero di polifenoli ed acido oleico medio-elevato, che lo vedono al top tra i 46 oli italiani registrati tra Dop e Igp.
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