Sospensione di sei mesi per i certificatori di qualità di numerosi prosciutti, salami e formaggi Dop. E' il primo risultato dell'inchiesta aperta nei mesi scorsi dalla Procura di Torino sulla non conformità di numerosi maiali al disciplinare del Prosciutto di Parma e del San Daniele. In particolare, alcuni allevatori del Nord Italia avrebbero utilizzato maiali di razza Duroc danese, più redditizia, per inseminare interi allevamenti, in violazione appunto delle stringenti disposizioni del disciplinare. E' arrivata così la sospensione delle autorizzazioni concesse a Ifcq per la certificazione di diverse produzioni, fra cui Prosciutto di San Daniele, Cinta Senese, Pecorino Romano e Sarso, Mortadella di Bologna e Cotechino di Modena.
"Non c'è nessun tipo di aspetto rilevante per quanto riguarda la sicurezza alimentare" sottolinea il direttore di Assica, Davide Calderone. La sospensione per sei mesi degli enti di certificazione di numerosi prodotti Dop e Igp, fra cui i prosciutti di Parma e San Daniele è, spiega, "una misura di controllo rinforzato, gli enti continuano a certificare anche se si può dire che siano in un certo senso 'commissariati', avendo una serie di adempimenti da osservare", ma, prosegue Calderone, "non è in discussione la fiducia verso i certificatori", che "vengono ora dotati di strumenti più adeguati". Quello che è certo è che, comunque, ora è "complicato stabilire quando si e' rispettosi del disciplinare o meno, perché i criteri di non incompatibilità non sono solo legati alla razza, ma anche a diverse performance", ad esempio la perdita di peso durante la stagionatura, aggiunge Calderone.
La sospensione scatterà dal primo maggio e prevede che i certificatori rimuovano le cause che hanno portato al provvedimento, anche tramite "la rigorosa applicazione dei piani di controllo" tramite "la verifica del tipo genetico dei verri" e "della corretta esecuzione delle operazioni di classificazione delle carcasse".
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