"L'Abruzzo può da oggi vantare
una nuova specie di tartufo, trovata nell'entroterra aquilano,
il ruber soave, per molto tempo confuso con l'uncinato nero, e
il cui nome sta a sottolineare le ottime qualità organolettiche,
per profumo e sapore". L'annuncio, per voce di Giovanni Pacioni,
già docente di Botanica all'Università dell'Aquila, è arrivato
nel corso del convegno "Coltivazione e ricerca scientifica sui
tartufi" nella prima giornata della Fiera internazionale dei
tartufi d'Abruzzo che si è aperta oggi all'Aquila, al parco del
Castello. Una prima edizione che, secondo gli organizzatori,
ambisce a diventare una kermesse nazionale ed internazionale,
sulla falsariga delle manifestazioni di Alba, in Piemonte.
Circa 60 le imprese che espongono in oltre 40 stand, un ricco
programma di eventi culturali, convegni scientifici,
masterclass, degustazioni, b2b tra buyers e aziende, chef di
caratura mondiale, e ancora laboratori del gusto con gli
studenti degli istituti agrari e alberghieri abruzzesi e "Mani
in pasta", esperienze sensoriali al "buio" con l'Unione italiana
ciechi.
L'evento è promosso dalla Regione Abruzzo attraverso
l'Azienda regionale attività produttive (Arap), nel suo ruolo di
soggetto attuatore, in collaborazione con il Comune dell'Aquila,
le Camere di commercio Gran Sasso d'Italia e Chieti Pescara,
Arta Abruzzo e le associazioni di settore.
In merito alla scoperta della nuova varietà, individuata nel
territorio aquilano da Scoppito alla Valle subequana, Pacioni ha
aggiunto: "Abbiamo impiegato circa trent'anni per ottenere
questo risultato, perchè dal punto di vista dell'odore, la
varietà da tempo nota e sospettata di essere sconosciuta, per la
sua morfologia, non era distinguibile dai tartufi neri uncinati.
Punto di svolta sono state le nuove tecnologie molecolari, e lo
studio del Dna. Certo, non si può affermare che sia un'esclusiva
abruzzese, data la tipologia di habitat, è presumibile una sua
presenza in altri tratti dell'Appennino, ma è qui che abbiamo
caratterizzato e individuato il Soave, e di questo occorre far
tesoro".
Il commento del vicepresidente della Regione Abruzzo con
delega all'Agricoltura, Emanuele Imprudente: "Questa scoperta
conferma quanto sia importante anche per la valorizzazione del
nostro tartufo, la collaborazione stretta e sinergica con il
mondo della ricerca scientifica. Il Soave, è espressione
dell'entroterra aquilano, la conferma della straordinaria
biodiversità, che si esprime necessariamente anche per numero di
varietà delle nostre tipologie di tartufo. Ora questa ricchezza
dobbiamo valorizzarla e farne oggetto di marketing efficace e
mirato".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA